Loudness 101: come i livelli di masterizzazione influenzano il tuo suono

Loudness 101: come i livelli di masterizzazione influenzano il tuo suono

Volume e dinamica sono due dei concetti più importanti nel mastering.

Il mastering assicura che la tua canzone sia abbastanza forte da competere nel mercato delle tracce commerciali. E, il più grande impatto del processo di masterizzazione, è il volume.

Nella comunità audio professionale sembra che ci siano in corso infinite discussioni a riguardo. Quindi, perché il volume è così importante?

Alcuni dicono che il volume alto stia uccidendo la musica, ma ci sono un sacco di professionisti invece che inseguono ancora il master più forte che riescono ad ottenere.

Con 10 milioni di brani masterizzati da LANDR fino ad oggi, è ora di fare un po’ di chiarezza!

In questo articolo esaminerò tutto ciò di cui hai bisogno per capire il volume nel mastering, compreso cos’è e cosa significa per i tuoi master LANDR.

Cos’è il volume?

Il volume è la percezione del cervello umano della pressione del suono. Maggiore è il livello di energia (o livello di pressione sonora SPL), più forte sembra.

È abbastanza semplice da capire con un suono nella vita reale. Ma nella tua DAW stai lavorando con i segnali audio, non con le onde sonore che viaggiano attraverso l’aria.

Per trovare il volume di un segnale, dobbiamo misurarlo. A seconda di come scegli di misurare, puoi arrivare a conclusioni molto diverse!

Per trovare il volume di un segnale, dobbiamo misurarlo.

Valutare il volume

Metodo “apice del volume”

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Il primo modo per valutare il volume è guardare il momento più alto dell’intera traccia audio. Questo metodo è chiamato peak loudness, ma non racconta completamente l’intera storia.

Se hai provato ad alzare la traccia fino a 0 dBFS usando il picco massimo del volume come punto di riferimento, avrai sicuramente incontrato un problema. Il momento singolo più forte nella traccia sarà ottimizzato…

Tuttavia i segmenti più tranquilli non usciranno mai.

In effetti, alzare il livello in questo modo equivale a scegliere l’opzione di normalizzazione nel menu di bounce della DAW, sicuramente non la scelta appropriata per un buon mastering!

Metodo RMS

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La prossima opzione per valutare il volume è la misurazione RMS. RMS sta per Root Mean Square. È un metodo matematico per determinare il livello medio di un’onda.

Confrontando i due, i valori RMS sono notevolmente inferiori al picco, dal momento che RMS tiene conto degli estremi dinamici.

Percezione del volume

E c’è ancora dell’altro! Dato che hai analizzato solo il volume “elettrico”, non hai ancora una buona immagine di quanto forte percepirai la traccia.

È qui che entra in gioco il LUFS standard del loudness moderno. LUFS è l’acronimo di Loudness Units relativo al Full Scale. Si basa sul modo in cui le nostre orecchie (e il cervello) reagiscono all’intensità del suono a frequenze diverse.

Mediante l’LUFS, gli ingegneri di mastering possono effettuare una misurazione del volume che tenga conto di tutto. È il volume medio integrato basato sulla percezione, relativo alla scala completa di una DAW!

Il volume nel mastering

Il volume nel mastering è quanto vicino il processo di mastering porta il livello medio di una traccia (LUFS) al tetto dei 0 dbFS.

Metti una registrazione commerciale moderna nella tua DAW per capire a cosa mi riferisco. Se si tratta di un master pop, rock o elettronico di una major, noterai quanto vicino a 0 dBFS è vicino il livello medio sui tuoi metri DAW.

La compressione della gamma dinamica è il metodo utilizzato nel processo di masterizzazione per raggiungere questi livelli.

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Una volta che la differenza tra i picchi più alti e la media è stata ridotta, il livello medio della traccia può essere aumentato senza rischiare il clipping.

In ogni caso, aumentare il livello in questo modo ha un compromesso… Spesso il volume a palla si raggiunge a discapito dell’aggressività e della dinamica: dopotutto è proprio ciò che significa la compressione della gamma dinamica!

Il tiro alla fune tra il volume e la dinamica alla fine ha portato ad una tendenza di livelli medi sempre crescenti noti come…

Spesso il volume a palla si raggiunge a discapito dell’aggressività e della dinamica.

La guerra del volume

Molto è stato detto riguardo la musica che si fa sempre più forte nel tempo e sull’impatto che ha avuto sull’industria musicale e sull’ascoltatore.

Ma se per qualche motivo non ne hai ancora sentito parlare, ecco un’idea di base:

Agli ingegneri di mixaggio e mastering sono sempre piaciute le cose forti, ma con l’avvento dei limiter del lookahead digitale nell’era dei CD, il volume è diventato una corsa agli armamenti.

La teoria era che gli ascoltatori preferivano istintivamente il suono dei CD che trasmettevano un segnale più forte sui loro speaker, specialmente se mischiavano brani di album diversi nei (te li ricordi??) player multi-cd.

In pratica, gli ingegneri di mastering continuavano a spingere i loro master sempre più vicino a 0 dBFS.

Alla fine la follia della corsa al volume più alto è culminata in una serie di dischi notoriamente sovra-compressi che hanno provocato una reazione negativa da parte degli ascoltatori e della comunità audio professionale.

Oggi, il livello medio che i servizi di streaming possono effettivamente inviare ai tuoi altoparlanti è più o meno standardizzato.

Oggi, il livello medio che i servizi di streaming possono effettivamente inviare ai tuoi altoparlanti è più o meno standardizzato.

Ciò significa che su Spotify, il remaster di Thriller del 2003 non emetterà un segnale più forte del master originale del 1982.

Senza il volume extra per ingannare il nostro cervello, i master super compressi suonano piatti, noiosi e non molto piacevoli.

E questa è una buona cosa per gli ascoltatori. Non c’è più alcun motivo per compromettere il punch e la vivacità dinamica del tuo master solo per ottenere un altro millesimo di dB di volume.

Loudness e LANDR

Allora, dove si colloca LANDR all’indomani della guerra del loudness?

Prima di spingerci troppo lontano, chiariamo una cosa: il volume non è il demonio. I master forti possono suonare alla grande, purché non siano completamente schiacciati dalla compressione.

I master forti possono suonare alla grande, purché non siano completamente schiacciati dalla compressione.

Il volume a cannone ha sicuramente il suo posto nel panorama musicale. Alcuni stili e generi richiedono il massimo volume, mentre altri richiedono delicate dinamiche.

È qui che entrano in gioco le intensità del master. LANDR offre 3 diverse impostazioni di intensità che coprono un’ampia gamma di volumi e dinamiche.

  • Lo: un tocco più leggero che preserva l’equilibrio dinamico
  • Med: volume commerciale senza sacrificare punch ed impatto
  • Hi: volume massimo che preserva i dettagli

Lo è il meno compresso, quindi è anche il più dinamico e il meno rumoroso. È perfetto per la musica acustica o qualsiasi cosa in cui le dinamiche naturali siano importanti.

Med è proprio nel mezzo, bilanciando il volume con la gamma dinamica. Non ha gli effetti della compressione intensa, ma non sarà il più rumoroso possibile. Se hai dei dubbi, Med è un buon punto di partenza nella maggior parte delle tracce.

Hi è il più intenso. La compressione è pesante ma soddisfacente senza compromessi sul volume. Uso Hi ogni volta che lavoro con generi che devono essere rumorosi per competere.

Quindi, l’unico modo per saperlo è masterizzare una traccia e usare le orecchie per trovare l’intensità che si adatta al tuo suono.

Pensare ad alto volume

Ci sono così tante opinioni diverse che il volume è diventato un parafulmine per la comunità audio.

Ma non è così spaventoso come sembra. Il volume è una proprietà di base dell’audio e il suo ruolo nel mastering merita di essere preso in considerazione.

Prenditi il tempo di applicare intensità diverse a versioni diverse delle tue tracce. Avrai una migliore comprensione di come i livelli di loudness influenzino le tue registrazioni.

Ora che hai in testa cos’è il volume, masterizza alcune tracce e definisci cosa significa per te.

Nicola Donà

Cantautore / Musicista / Produttore / Compositore / DJ. Nato e cresciuto in Italia. Risiede a New York. nicolaonda.com

@Nicola Donà

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